“Bisogna coltivare il nostro giardino”

(Candide, Voltaire)

Questo blog nasce con l’intenzione di raccogliere testimonianze ed opinioni di tutti coloro che hanno potuto o dovuto toccare con mano la realtà del lavoro stagionale sulla costa romagnola. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui possano emergere le prime voci di denuncia ad un SISTEMA DI SFRUTTAMENTO, da considerare come un vero e proprio SCHIAVISMO ESTIVO che persiste indisturbato da decenni a questa parte.

Questa iniziativa è frutto della consapevolezza che i grandi cambiamenti, da sempre auspicati, possono prendere forma solo attraverso LA CONDIVISIONE delle stesse ingiustizie, L’UNIONE e LA SOLIDARIETA di fronte alla medesima condizione. Ancora più importante è la presa di coscienza, da parte di tutti, della situazione a dir poco critica che i lavoratori dipendenti del settore turismo si trovano a dover accettare, convinti del fatto che le retribuzioni siano dopotutto vantaggiose e dunque il gioco valga la candela. Proprio per sfatare questa concezione diffusa, il blog si propone di INFORMARE tutti i lavoratori appartenenti a qualsiasi categoria del settore sui loro REALI DIRITTI, affinché non venga più tollerato il modo in cui i potentati del turismo si arricchiscono, ignorando la dignità degli instancabili lavoratori i quali, per forza di cose, concepiscono il rispetto del contratto come un miraggio e si trovano a dover subire vessazioni quotidiane e ricatti.

Pertanto il blog vuole sensibilizzare oltre che gli addetti ai lavori, coloro che vivono la situazione dall’esterno e che con remissività si limitano a ritenerla qualcosa di assodato ed immutabile. Tutti sanno che laddove sono state intraprese delle battaglie con decisione, come nel caso dei bagnini di salvataggio, i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti.

Invitiamo dunque tutti i naviganti ad usufruire del materiale informativo a disposizione ed a rilasciare il loro contributo descrivendo le esperienze vissute, esprimendo punti di vista ed elaborando proposte, proprio come tante piccole gocce che faranno traboccare il vaso.

mercoledì 25 febbraio 2009

INTERVISTE 2008


INTERVISTA A STEFANO
Stefano 21 anni,
D: Ciao Stefano, dove lavori ?
R: Lavoro in un albergo a San Mauro Mare.
D: Ti piace il tuo lavoro?
R: Si. Mi sento molto portato per il contatto con la gente, ma questo è il primo e l’ultimo anno che faccio questo lavoro.
D: Perché?
R: Sono stanco. Lavoro dalle 7 del mattino alle 15 e poi dalle 18 fino a circa alle 21 e 30. Quasi 12 ore al giorno.
D: Hai il giorno libero?
R: Certo che no.
D: Quanto ti pagano?
R: Guadagno 1200 euro al mese. Ho iniziato a fine maggio e finisco la prima settimana di settembre, quindi sono circa 3 stipendi e mezzo.
D: Ma poi nell’ultima busta paga ti saranno riconosciuti tutti i diritti che ti spettano come TFR, tredicesima, quattordicesima ecc..ecc..?
R: No! Mi hanno detto che mi danno 1200 e basta, tutto compreso. Pensa che il giorno di ferragosto ho lavorato di filata dalle 6 del mattino alle 22 di sera, e non mi hanno dato nemmeno 50 euro in più.
D: Tu conosci tutti i tuoi diritti?
R: So che non mi pagano quanto dovrebbero per tutte le ore che faccio, ma non so bene quanto dovrei prendere.
D: Com’è il rapporto con i datori di lavoro?
R: Molto buono, sono persone tranquille e non ho mai avuto problemi di nessun tipo. Nemmeno i miei colleghi ma anche loro guadagnano quanto me. L’unico che prende di più, ma credo circa 1400 euro, lavora li da 10 anni.
D: I tuoi datori ti hanno istruito su cosa devi dire nel caso di controlli da parte dell’ispettorato del lavoro?
R: Si. Infatti due settimane fa sono venuti gli ispettori, ma sono venuti alle 10 del mattino. Noi dovevamo dire, e abbiamo detto, che alla fine del turno scritto sul contratto saremmo andati via, e quale sarebbe stato il nostro giorno di lavoro. Quelli invece che non dovevano essere li a lavorare dovevano dire, e hanno detto, che poi avrebbero recuperato delle ore la settimana dopo. Sono andati via e non hanno fatto nulla.

INTERVISTA A MATTEO

ven 15 agosto 2008
Matteo, 16 anni, nato e residente a Bellaria Igea Marina.Cameriere in un ristorante di Bellaria, primo impiego.
I: intervistatore i:intervistato
I: Vedo dalla faccia che sei piuttosto giovane, quanti anni hai?
i: Ho 16 anni
I: Che lavoro fai?
i: Faccio il cameriere ai tavoli in un ristorante, ma durante l’inverno frequento il liceo.
I: Sei in regola con un contratto di assunzione?
i: No
I: Cosa c’è che non è in regola?
i: Non risulto assunto nemmeno per un minuto al giorno: sono completamente in nero.
I: Quante sono, invece, le ore in cui lavori?
i: Lavoro dalle 18:00 alle 01:00 circa.
I: Per sette ore di lavoro al giorno, qual è il tuo stipendio?
i: Ho iniziato a lavorare la sera della notte rosa che mi pare fosse venerdì 04 luglio (nel mese di giugno andavo solo il venerdì, il sabato e la domenica per 20 euro a sera) e da allora non sono ancora stato pagato. Mio padre mi ha trovato questo lavoro ed è lui che si è messo d’accordo per il mio stipendio con il datore di lavoro: circa 600 euro al mese. I primi cinque o sei giorni in cui ho lavorato il mio capo mi dava 20 euro a fine serata, ma io pensavo che fosse un regalo, una specie di mancia. Poi mi è venuto il dubbio che invece quella fosse proprio la mia paga e quando gli chiesi chiarimenti, mi disse che non dovevo preoccuparmi, che quando avrebbe pagato gli altri suoi dipendenti allora avrebbe pagato anche me. Da quella sera ha smesso di darmi i 20 euro giornalieri, ma allo stesso tempo non mi ha ancora pagato.Il problema più grosso è che non so esattamente quanto e quando mi pagherà e non gli chiedo niente perché ho paura che schizzi.
I: Quali sono i giorni in cui lavori?
i: Stando all’accordo preso con il mio datore di lavoro dovrei lavorare tutti i giorni tranne il lunedì e il martedì. Però capita spesso che mi chiama per fare anche i giorni in cui dovrei essere a riposo e la cosa che mi fa innervosire e che questo lo fa attraverso una telefonata appena 10 minuti prima dell’inizio del servizio. Questo fa si che praticamente non ho mai una sera completamente libera per stare con i miei amici perché devo tenere il telefono acceso e farmi trovare nei paraggi del ristorante in caso che lui abbia bisogno.
I: Sei a conoscenza dei tuoi diritti?
i: No, non sono completamente a conoscenza dei miei diritti, però alcune cose le conosco.
I: Per caso qualcuno del ristorante ti ha mai detto cosa devi fare in caso di un controllo da parte degli ispettori della camera del lavoro o della guardia di finanza?
i: Si, mi hanno detto che in caso di controllo devo scappare via, ma se mi
fermano devo dire che ero al ristorante a trovare un mio amico.
I: Conosci per caso le condizioni dei tuoi colleghi?
i: I miei colleghi si lamentano e sono a anche in condizioni peggiori. Un mio amico lavora mattina e sera di tutti i giorni ed è in regola solo per il fine settimana.
I: Il rapporto personale con il tuo datore di lavoro, al di là di tutto questo, è soddisfacente?
i: Mi fanno mangiare e bere quanto voglio, quindi sotto questo punto di vista sto bene.
I: Ultima domanda: ti piace questo lavoro?
i: No, non mi piace tanto come lavoro. Lo faccio perché mi servono i soldi altrimenti non lo avrei fatto.




INTERVISTA A LUCIA

L’intervista ha luogo in un locale del centro di Bellaria Igea Marina.
Intervistatore: I Intervistato: L
I: Che lavoro fai in albergo?
L: Le camere, cameriera ai piani.Più o meno inizio alle sette, sette e mezza. Con pausa colazione e pranzo. Poi si ricomincia alle cinque, si riordina, il pomeriggio è dedicato alla lavanderia. Poi si finisce intorno alle nove, perché alle sette inizia la cena. Più o meno dalle undici alle undici ore e mezza al giorno.
I: Hai il girono libero? ( per quante ore sei in regola? Pagamento puntuale?)
L: No. Il giorno libero volendo posso prenderlo, per caso posso prenderlo se vedo che c’è poca gente posso chiederlo e me lo danno, ma se c’è molta gente no. E poi comunque te lo scalano dallo stipendio…
I: Ti lasciano a casa e non ti pagano?
L: Più o meno. Si, poi dipende. Se vedono che non c’è gente ti suggeriscono che puoi prendertelo. Alcuni ti scalano la giornata. Io non ho molta esperienza di alberghi, d’estate qui in riviera ho lavorato solo in due alberghi, per cinque anni ho lavorato da un’altra parte… poi si, dipende.
I: Una domanda un po’ brusca, quanto guadagni?
L: Si, te lo posso dire tranquillamente, mille e otto.
I: E da quanto lavori lì?
L: In questo albergo è sei anni che ci lavoro, però prima non facevo quello che faccio adesso… non facevo la stagione intera.
I: Ma mille e otto ti sembra uno stipendio buono, o no?
L: È un ottima paga rispetto a quello che guadagnano le altre persone. Ho provato a chiedere a Rimini e a Ravenna e molte persone prendono anche mille e cento, mille e tre. Io nel 2003 prendevo mille e cinque.
I: Tu hai colleghe che prendono così?
L: No, colleghe no.
I: Cosa facevi di inverno quando hai iniziato a fare questo lavoro.
L: quando ho iniziato avevo ventisette anni, facevo lavori saltuari, con la famiglia.
I: Lavori a tempo indeterminato?
L: No, mai.
I: Tra le tue colleghe hai visto degli screzi, di qualcuno che si è lamentato per il lavoro?
L: No, palesemente no, magari io, non ho avuto degli screzi o ho litigato, però mi è capitato che se vedevo che avrei potuto prendere di più allora da persona corretta lo facevo notare. Mi è capitato in effetti, un amica mi ha chiesto se andavo a lavorare con lei, io prendevo ancora mille e cinque nel 2003.
I: Fino al 2003 prendevo mille e cinque, nel 2008 mille e otto?
L: Si, quest’anno ci siamo accordati che dovrebbero darmi qualcosina in più quest’anno.
I: Con le tue colleghe ne parlate dello stipendio, di quanto prendete, del fatto che non avete il giorno libero o è un dato di fatto assodato?
L: Si, ne abbiamo parlato ma lo accettano, tranne quelli che lavorano il primo e secondo anno che si lamentano un po’ di più. Rispetto alla stagione invernale che faccio in montagna in cui lavoro molte meno ore e prendo poco di meno.
I: Per quanto riguarda il contratto che regolamenta il tuo settore, tu lo conosci?
L: No. Conosco quello che mi dicono i miei datori, che quando ti assumono ti dicono che se ci sono dei controlli devi rispondere in un determinato modo, dire quale è il tuo girono libero etc.
I: Tu pensi di prendere il giusto per le ore che fai?
L: Questo non te lo so dire, però non mi lamento soprattutto se sento quello che mi dicono le mie colleghe che prendono di meno. C’è molta concorrenza di gente che viene a lavorare da fuori e si accontenta più di quello di cui ci accontentiamo noi. Io non dico niente perché comunque mi chiamano di nuovo a tornare a lavorare, poi però adesso è arrivata un sacco di gente dalla Romania, che adesso è nell’Unione Europea e quindi sono più in regola, sono più tranquilli, hanno più diritti, come noi, e possono pretendere di più ma qualche anno fa che erano clandestini veramente, io ho visto gente che il giorno prima erano in Russia o in Ucraina e il giorno dopo erano qua che non sapevano neanche parlare e lavoravano qua per otto novecento euro, ora non sono più clandestini come prima.
I: Tu hai mai sentito parlare dei mediatori? Ho sentito che alcune ragazze si incontravano alle undici di sera con queste persone per trovare lavoro.
L: Si, già dal ’97, ne ho sentito parlare. Il mediatore è una figura a cui si rivolgono sia i dipendenti sia dai lavoratori che voleva cento mila lire e ora cento euro per trovare lavoro. Ovviamente tutto in nero, sono dei tipi che girano... Non mi è mai capitato ma si, ne ho sentito parlare.
I: Da dove vengono le colleghe con cui hai lavorato durante le stagioni?
L: Tutte dal meridione, o dalla Romania o Albania.
I: Tu sai che il tuo contratto prevede un diritto di precedenza?
L: No, non lo sapevo.
I: E sai che guadagni, per le ore che fai, più o meno la metà di quello che dovresti prendere?
L: No, non mi sono mai interessata agli straordinari…non ho mai calcolato quanto prendo all’ora… Si lo so, questa è una situazione di sfruttamento ma è comunque molto migliore rispetto ad altre, magari quelle fabbricucce che ci sono a casa mia, io sembro ricca rispetto a loro, quindi io sono già privilegiata se porto a casa uno stipendio del genere.
I: A fine stagione ti viene riconosciuto in busta paga il tfr, la tredicesima, quattordicesima e tutto quello che ti spetta da contratto?
L: No, mi viene data la paga mensile e basta.
I:concepisci il tuo lavoro come una condizione momentanea o pensi di farlo tutta la vita?
L: vorrei farlo tutta la vita perché mi piace fare la cameriera e mi piace allontanermi da casa di tanto in tanto anche se io faccio parte di una grande minoranza.
I: Ti piace il tuo lavoro?
L: Si molto, mi ha insegnato a socializzare con i miei colleghi e con i clienti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao a tutti
come sempre si sente e legge che in giro la "schiavitù" è finita, il lavoro nero è stato abolito.. ora si potrebbe chiamare lavoro grigio.. tanto il sistema è lo stesso ed il senso pure, ma da meno nell'occhio e la gente non ci pensa.
ho lavorato come stagionale in bar, alberghi e spiaggia per almeno 12 anni, fin dalla mia tenera età dei 14 (10 ore al giorno senza riposo per circa un milione di..... lire (magari euro, ancora nn c'era).
l'unica cosa è che almeno ero in regola e quindi dopo il primo anno ho preso una miseria di disoccupazione tanto per le mie spesucce..
speravo le cose fossero migliorate, ma invece sento e constato esser sempre le stesse: sfruttamento minorile e non, sottopagato e riposo mai. Insomma diciamo che ce la passiamo come i neri dei campi di cotone.
Comunque parlando con una mia amica Bellariese che lavora in un albergo sul lungomare centrale ho sentito + o - quello che dice stefano..
chiudo con un fatevi forza e divulgate + che potete.. dietro l'angolo c'è sempre uno straniero che si offrirà a meno pur di lavorare anche senza avere certezza e protezione.
Tanto chi deve controllare è amico di chi frega e quindi lui sicuramente non ci rimette visto che gira in macchine da lusso e x 7 mesi si gratta i coglioni!!!!

Anonimo ha detto...

Io non lo so, ma gli organi preposti al controllo ci sono o ci fanno ?
No perche' puntualmente salta fuori il trafiletto con un titolo sensazionalistico che parla di sfruttamento, lavoro nero, equiparazione con il terzo mondo e poi....tutto nel dimenticatoio per un altro anno. E quindi ? Quindi va bene cosi', all'italiana, dove tutti sanno ma nessuno si scandalizza piu' di tanto. "Abbiamo fatto sempre cosi'..."
Io provengo dall'industria, non ho mai fatto una stagione neanche da giovane. Ci ho provato quest'anno, poiche' sono in gravi ristrettezze e sono "avanti con l'eta".
Niente, per quest'anno non e' andata, non ho esperienza."Forse" anche chiedere quelli che fossero i miei diritti di lavoratore non ha giocato a mio vantaggio :)
Orbene, lo scotto dell'ingenuita' l'ho pagato, per la prossima stagione mi offro come extracomunitario prono (costo poco e do via il c.lo se serve).

Buona fine estate
Marty.

Anonimo ha detto...

Certo, i controlli sono deboli e in alcuni casi vengono eseguiti con un sufficiente preavviso... grazie alla rete di conoscenze che i datori di lavoro intessono. Concordo pienamente con Marty, è tutto riconducibile ad un sistema conosciuto e più o meno accettato dalla collettività. La persona che cerca un impiego stagionale ed al momento del colloquio si domanda perchè le condizioni siano così lontane da quelle previste dal contratto, viene quasi deriso e sicuramente scartato, a vantaggio di coloro che accettano la scelta obbligata. Chi avesse intenzione di intraprendere una vertenza sindacale a fine stagione, l'anno seguente incontrerebbe serie difficoltà a lavorare in riviera.
Ciò che possiamo fare è prendere coraggio tutti insieme per cercare di scardinare poco a poco questo circuito chiuso, fino a quando non sarà ritenuto da tutti socialmente ed umanamente intollerabile.
Antonio