“Bisogna coltivare il nostro giardino”

(Candide, Voltaire)

Questo blog nasce con l’intenzione di raccogliere testimonianze ed opinioni di tutti coloro che hanno potuto o dovuto toccare con mano la realtà del lavoro stagionale sulla costa romagnola. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui possano emergere le prime voci di denuncia ad un SISTEMA DI SFRUTTAMENTO, da considerare come un vero e proprio SCHIAVISMO ESTIVO che persiste indisturbato da decenni a questa parte.

Questa iniziativa è frutto della consapevolezza che i grandi cambiamenti, da sempre auspicati, possono prendere forma solo attraverso LA CONDIVISIONE delle stesse ingiustizie, L’UNIONE e LA SOLIDARIETA di fronte alla medesima condizione. Ancora più importante è la presa di coscienza, da parte di tutti, della situazione a dir poco critica che i lavoratori dipendenti del settore turismo si trovano a dover accettare, convinti del fatto che le retribuzioni siano dopotutto vantaggiose e dunque il gioco valga la candela. Proprio per sfatare questa concezione diffusa, il blog si propone di INFORMARE tutti i lavoratori appartenenti a qualsiasi categoria del settore sui loro REALI DIRITTI, affinché non venga più tollerato il modo in cui i potentati del turismo si arricchiscono, ignorando la dignità degli instancabili lavoratori i quali, per forza di cose, concepiscono il rispetto del contratto come un miraggio e si trovano a dover subire vessazioni quotidiane e ricatti.

Pertanto il blog vuole sensibilizzare oltre che gli addetti ai lavori, coloro che vivono la situazione dall’esterno e che con remissività si limitano a ritenerla qualcosa di assodato ed immutabile. Tutti sanno che laddove sono state intraprese delle battaglie con decisione, come nel caso dei bagnini di salvataggio, i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti.

Invitiamo dunque tutti i naviganti ad usufruire del materiale informativo a disposizione ed a rilasciare il loro contributo descrivendo le esperienze vissute, esprimendo punti di vista ed elaborando proposte, proprio come tante piccole gocce che faranno traboccare il vaso.

martedì 1 settembre 2009

LE LETTERE DEI LAVORATORI AL COMITATO

Dal momento che sempre più lavoratori ci scrivono, abbiamo deciso di creare uno spazio dedicato alla loro voce.



LETTERA DI GIOVANNA

Egregio comitato, navigando nel mare magnum (e non placido) dei diritti dei lavoratori, ho trovato,con piacevole sorpresa, il vostro sito. Questa la mia esperienza.
Sono laureata in lettere ma, per vari motivi, da aprile faccio l’addetta al ricevimento in un albergo a quattro stelle nel Salento. Ho appena iniziato, e lavorerò per sette mesi…sette giorni a settimana, otto ore al giorno, senza pausa(a stento riesco ad andare un attimo in bagno!arrivo a casa affamata!). Nessuna retribuzione per il lavoro straordinario, lavoro anche (naturalmente) nei giorni festivi, il tutto per €850 al mese. Non sono una extra comunitaria, conosco i miei diritti, ma ho esultato quando una cara amica di famiglia( il lavoro qui si trova solo così), titolare appunto dell’albergo, mi ha fatto questa proposta.
Non avevo nessuna esperienza in merito, e mi è sembrata una manna dal cielo dal momento che è praticamente impossibile trovare lavoro( del resto se così non fosse farei ciò per cui ho studiato). Certo, anche la nostra amica è stata contenta di assumermi…a quel prezzo! E sarei ipocrita se non dicessi che le fa comodo presentare un’addetta al ricevimento bella, colta, elegante et cetera et cetera. Rimango felice, è un lavoro bellissimo, ma che grande fregatura! Se volessi far valere i miei diritti mi metterebbero alla porta , quella di servizio naturalmente! In quest’altalena di sentimenti, tra la gioia e la frustrazione, faccio la mia esperienza; se non altro ci sarà qualcosa di più concreto nel mio curriculum, che al momento è solo un curriculum studiorum, anche se da 110 e lode; ma questo pare non interessare ai fini lavorativi. In un caso come il mio, e ritengo sia solo uno dei tanti, cos’altro potrei fare?!
Vi ringrazio per l’attenzione, e per un’eventuale graditissima risposta.
Cordiali saluti.
Giovanna

IL COMITATO RISPONDE

Ciao Giovanna, Siamo felici della tua lettera, dal momento che hai iniziato a raccontare la tua storia. Potrebbe sembrare un mero sforzo narrativo, ma crediamo che sia un primo passo di fuoriuscita dalla quella situazione di solitudine ed impotenza in cui ci hanno collocato.
La loro narrazione ci vuole impotenti, impreparati e monadi incapaci di comunicare e creare pratiche di solidarietà. Noi ci ritroviamo realmente ed idealmente nella tua biografia, poichè siamo: laureati o studenti prossimi al titolo, stiamo facendo o faremo lavori stagionali, giornalieri e sottopagati.Ma una riflessione ci ha spinto a mettere i manifesti gialli e costruire il blog: Raccontiamo la nostra quotidianità per quella che realmente è, non deleghiamo questo lavoro a nostri coetanei che devono accettare direttive da un direttore di giornale, che impone una determinata informazione facendo sempre leva sulla minaccia del licenziamento, siamo fuori dalla retorica della comunità felice in cui tutti sorridono e sono pronti ad aiutare il prossimo, dato che non esiste, il mutualismo lo stiamo costruendo e sarà parte integrante del disvelamento: nel conflitto impareremo tante cose!
Siamo consapevoli di non essere impreparati, anche se in ogni colloquio provano a convincerci di questo, di non essere sfigati, come singoli lavoratori, dal momento che vi è una situazione diffusa di precarietà e la crisi economica è reale, ma allargando la Rete siamo Potenti. La tua indignazione è una ricchezza anche per Noi.Quindi in questa prima risposta non abbiamo magie da proporti non conoscendo l’azienda in cui lavori, bisognerebbe capire se esistano colleghi con cui puoi collaborare,si deve valutare come tu possa migliorare la tua condizione, dato che salario giusto e il giorno libero sono dei tuoi diritti, senza avere ritorsioni durante la stagione.Se tu fossi intenzionata a portare a termine la stagione dovresti valutare pratiche di autodifesa quotidiana, per poi realizzare una vertenza finale per recuperare quello che non ti hanno dato! Dobbiamo essere onesti nei tuoi confronti, non abbiamo soluzioni in tasca: dal momento che anche noi accettiamo certe condizioni per sopravvivere ed essere autonomi, anche perché in Italia non esiste uno Stato Sociale all’altezza della frase.
Siamo giovani in tutti i sensi … il comitato non ha neanche un anno: Stiamo costruendo rapporti con avvocati che lavorano in Emilia-Romagna e con sindacalisti, ma senza nessuna illusione verso quest’ultimi. Quindi cresceremo anche attraverso il dialogo con Te, e con la Tua terra, da cui provengono alcuni dei nostri genitori e tantissime lavoratrici stagionali che vengono nella Riviera Romagnola per farsi sfruttare …Abbiamo riflettuto su possibili manifesti da affiggere in provincia di Lecce, spettacoli teatrali a Foggia, ma questi sono solo sogni, per ora: quindi stiamo in contatto e ragioniamo insieme su come migliorare le Nostre condizioni !
E magari puoi iniziare a scrivere sul Nostro blog!Ci inducono a pensare che sia uno passaggio necessario, un sano sacrificio necessario, ma rischiamo che dopo questa dura stagione ci sia uno stage gratuito,un lavoro sottopagato per qualche cooperativa, un rapporto medievale con qualche professore o amministratore.
La Dignità è una conquista quotidiana e Collettiva.
Sinceri Saluti,
Comitato Schiavinriviera

LETTERA DI VERA
Questa mattina, ho visto il manifesto giallo, ho fatto un giro sul vostro sito ed eccomi qui. Diciamo che mi chiamo Vera.
Sono una "veterana" del lavoro stagionale. Dopo 18 anni di albergo ho finalmentecambiato e dalla fine della stagione 2003 negli alberghi del riminese sono entrata solo per salutare gli amici che ancora ci lavorano. Quasi vent'anni di stagioni lasciano il segno e mi sento quindi sempre partecipe. 77 ore in settimana sempre di corsa sempre sorridendo. Quando si avvicinava la primavera anzichè gioire della bella stagione, sentivo arrivare il mio periodo di reclusione annuale ogni anno più dura.
5 mesi almeno senza tempo per se, 5 mesi di vita sospesa. Sentimenti e intelletto ibernati, si regge solo di nervi, e quando finalmente arriva ottobre i primi giorni di libertà scorrono in una nebbia di stanchezza che solo allora ci si può permettere di assecondare, qualche giorno di febbre e poi finalmente si comincia a riprendere vita.
Un anno lavorai in un hotel nel quale la giovane sposa del gestore (La Padrona) arrivava dritta dritta da Milano con per bagaglio tutta la sua "milanesitudine"- Noi si che lavoriamo , noi si che siamo bravi che sappiam lavorare non voi, ma quante storie per un po' di fatica... ecc ecc. Ad agosto stravolta un giorno mi guardò e disse: -ma questo non è lavorare, è tirare al suicidio-
Condivido.
Per arrivare in fondo a certe stagioni non bastano le spalle ampie, servono le palle. Ho visto varie persone arrendersi prima della fine oppure provata una stagione rinunciare a tentarne altre. Sono loro ad essere nel giusto, non noi che abbiamo contribuito a perpetuare un sistema di sfruttamento intensivo.
Esistono alberghi con gestioni più o meno corrette, con titolari più o meno rispettosi, con paghe quasi decenti o da schiavisti, ma tutti , cattivi o "buoni" che siano lucrano abbondantemente sul nostro lavoro.
I proprietari di un hotel nel quale ero stata alcuni anni, ad un certo punto decisero di smettere e di affittare, parlando con loro dei nuovi gestori particolarmente "tirati" con noi dipendenti mi dissero:
- E' che non si rendono ancora conto di che cospicuo guadagno dia un albergo.-
Avete mai dato un' occhiata alle denunce dei redditi dei nostri cari albergatori? No? Ma prendono meno di noi! POVERIIINI!
Mi sono vista alle volte negare il pane fresco, altre volte mi è stato detto di prendere tutto cio di cui avessi avuto bisogno. Sicuramente nel secondo caso hanno risparmiato e guadagnato meglio. Non si mette la museruola al bue che ara. Si potrebbe raccontare e scrivere a lungo anche cose "istruttive" per i cari clienti, si potrebbe raccontare del pane gratuggiato servito in tavola mescolato al formaggio per risparmiare, all' olio di semi mescolato con un po' (poco mi raccomando) di "verdone" (un olio di sansa molto forte di odore e colore), delle bottiglie di superalcolici di marca riempite con gli omologhi da hard dicount e servite al bar, delle bottiglie di vino ricreate coi fondi di quelle avanzate.....
Sapete vero cos'è il "Vitello Basso"? E' quello con la codina a ricciolo tutto rosa da cui ricavano quelle belle bistecchine "di vitello" da servire in sala.
Un'anno il titolare dell'hotel venne da noi con delle lettere di licenziamento in bianco, diceva che, in seguito ad una nuova legge, la dovevessimo firmare tutti. Fece l'errore di chiederlo per prima a me che ero la meno vulnerabile. Ho raccolto tutti gli altri, ne abbiamo parlato, alcuni pensavano fosse normale, non sapevano fosse un soppruso. Nessuno ha firmato. Basta così meglio non proseguire.
E' comunque certo che, come voi vi impegnate a fare, la priorità sia quella di fare in modo che si crei una coscienza collettiva da parte dei lavoratori stagionali, purtroppo spesso abbandonati da parte dei sindacati ufficiali. Non ho mai visto nessuno, dove ho lavorato, che ci spiegasse quali sono i nostri diritti e come tutelarli.

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