“Bisogna coltivare il nostro giardino”

(Candide, Voltaire)

Questo blog nasce con l’intenzione di raccogliere testimonianze ed opinioni di tutti coloro che hanno potuto o dovuto toccare con mano la realtà del lavoro stagionale sulla costa romagnola. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui possano emergere le prime voci di denuncia ad un SISTEMA DI SFRUTTAMENTO, da considerare come un vero e proprio SCHIAVISMO ESTIVO che persiste indisturbato da decenni a questa parte.

Questa iniziativa è frutto della consapevolezza che i grandi cambiamenti, da sempre auspicati, possono prendere forma solo attraverso LA CONDIVISIONE delle stesse ingiustizie, L’UNIONE e LA SOLIDARIETA di fronte alla medesima condizione. Ancora più importante è la presa di coscienza, da parte di tutti, della situazione a dir poco critica che i lavoratori dipendenti del settore turismo si trovano a dover accettare, convinti del fatto che le retribuzioni siano dopotutto vantaggiose e dunque il gioco valga la candela. Proprio per sfatare questa concezione diffusa, il blog si propone di INFORMARE tutti i lavoratori appartenenti a qualsiasi categoria del settore sui loro REALI DIRITTI, affinché non venga più tollerato il modo in cui i potentati del turismo si arricchiscono, ignorando la dignità degli instancabili lavoratori i quali, per forza di cose, concepiscono il rispetto del contratto come un miraggio e si trovano a dover subire vessazioni quotidiane e ricatti.

Pertanto il blog vuole sensibilizzare oltre che gli addetti ai lavori, coloro che vivono la situazione dall’esterno e che con remissività si limitano a ritenerla qualcosa di assodato ed immutabile. Tutti sanno che laddove sono state intraprese delle battaglie con decisione, come nel caso dei bagnini di salvataggio, i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti.

Invitiamo dunque tutti i naviganti ad usufruire del materiale informativo a disposizione ed a rilasciare il loro contributo descrivendo le esperienze vissute, esprimendo punti di vista ed elaborando proposte, proprio come tante piccole gocce che faranno traboccare il vaso.

lunedì 17 gennaio 2011

DIARIO DI UN CAMERIERE INTERMITTENTE









Dopo essersi imbattuto in un colloquio di lavoro con un albergatore riminese, per qualche servizio serale durante le feste, Mauro decide di narrarci la sua esperienza in forma di diario. La pubblichiamo con piacere.

Rimini. 27.12.2010.

Sto andando in palestra dopo giornate di violentissime cene famigliari. Mentre chiacchiero con un mio amico mi telefona Bergamini, proprietario dell'Hotel America di Rimini Sud (nomi di fantasia).

Da circa sette giorni sono impegnato nella ricerca di lavoro per le serate durante le feste, ed in particolare per il Capodanno. Avevo parlato con Bergamini il 23 e si era mostrato possibilista, dato che stava aspettando un nuovo cameriere dal meridione.

Durante la telefonata rimase colpito dalla mia lunghissima esperienza, ma era dubbioso sul fatto che io potessi far tutta quella strada per lavorare, venendo da Cesenatico.

Il 28 mattina mi sveglio molto presto, mi infilo le scarpe da lavoro ed i pantaloni eleganti delle grandi occasioni. Controllo che nel borsello nero ci sia tutto, compreso il quadernino. Per partire devo un po' disperare dato che la sera prima non avevo avuto voglia di mettere la macchina dentro il garage, quindi il ghiaccio mi fa perdere cinque minuti e cresce la paura di arrivare in ritardo.

Arrivo all'Hotel America con tre minuti di anticipo, mi accoglie la segretaria, mentre mi avvicino all'ufficio soffro di strabismo, per guardare sia il titolare che la cameriera, presa dal suo lavoro con gli occhiali rossi abbassati.

Ci sediamo in una scrivania piena di carte e l'anziano albergatore, con la cravatta sotto la maglia a punta, mi chiede: “Quanti anni hai ? Permette che Le dia del «Tu»?, Sai, vi è una notevole differenza d'età, e credo che sia normale che Le dia del Tu”.

“Certo, Mi dia del Tu, signor Bergamini. Ho 28 anni, ed ho iniziato a fare il cameriere a 14 anni...” Mi prendo una pausa per aggiungere: “In un ristorante spinavo il pesce al tavolo...”

Ma mi interrompe, seppur con garbo, per narrare la qualità dell'Hotel: “Qui la gestione è casalinga, non ti chiediamo di sporzionare il pesce o altre cose del genere, se non in casi eccezionali. La nostra clientela lo richiede raramente, viene qui da decenni e soprattutto per la cucina. Sai, la dirige da sempre mia moglie ed è molto brava”

“E la sala?” Gli chiedo velocemente.

“Quella è sempre stata una mia passione, ho 70 anni e la mando avanti da 30, ho un'esperienza che mi viene riconosciuta anche nella Scuola Alberghiera, per questo non ho mai preso il maitre. Io controllo ed ho un rapporto di altissimo rispetto, per cui se mi accorgo che una ragazza lavora male la chiamo in ufficio, e le dico «Guarda il tavolo dei milanesi non è contento di te, ieri gli hai portato le lasagne fredde...»

“chiaro, con educazione è meglio,” assecondo.

L'albergatore precisa: “Qua si tratta di rispetto, io do rispetto, ma lo pretendo. Per cui se ci sono dei malesseri devono emergere subito, tanto più che qua siamo una grande famiglia, ed io ascolto i miei camerieri allo stesso modo con cui ascolto mio figlio. E se si lavora bene sono il primo a riconoscerlo e a premiarti”.

Provo ad inserirmi nella sua riflessione: “Ma in questi giorni gli orari sono quelli normali dell'albergo riminese?”

Il signor Bergamini me li descrive con precisione: “Ma l’eccezione è il capodanno, in cui mi vieni alle 17, e poi alle 4 di notte sicuramente abbiamo sistemato tutto, sai per le due o le tre se ne vanno tutti. Poi il primo e la domenica, gli orari sono quelli classici: la mattina dalle 7:00 fino alle 14:30 e poi si riprende alle 18 fino alle 21:30.”

Io prendo appunti sul mio quadernino tascabile, ma Lui si affretta: “Dai adesso non scriver con tanta precisione, poi se c'è da far un po' più tardi si fa, e se hai bisogno di un appoggio per riposarti ti troviamo un letto, così sei sempre qui”.

“Urca!, grazie grazie, sa, tornando a casa si spenderebbe un bel po' di tempo e di soldi in benzina.”

A questo punto il titolare cambia il tono della voce e domanda: “Ma te quanto mi chiedi?”

“Non so...veramente faccia Lei, io devo lavorare, ma faccia Lei, veramente...”

Ma Lui insiste: “Bisogna che mi dici un prezzo”.

Io prendo fiato e mi avventuro: “Una doppia premessa: sto aspettando la conferma da un altro ristorante (.. l’altra proposta mi era arrivata da San Marino), ma io preferisco lavorare da Lei, dato che mi propone tre giorni di lavoro invece di uno”.

L'albergatore non si vuole perdere in inutile e chiede precisazione: “Ma quindi, quanto ti hanno offerto di là?”

“200 euro per la notte di capodanno”.

Bergamini si irrigidisce, gli occhi gli escono fuori dalle orbite. “Evidentemente tu sei molto bravo ed è bene che vai a lavorare in quel ristorante,” dice tutto d’un fiato. Allora rimetto il discorso su un’ altra carreggiata: “Ma io voglio lavorare il più possibile per guadagnare il più possibile. Per cui Lei quanto mi offre per tre giorni di lavoro (Capodanno, il Primo e il due )?”

“200,” risponde prontamente, accorgendosi che io lo guardo con la bocca storta. “Tre giorni 200 euro è una cifra normale”.

Io con la mandibola ancora scomposta confermo:”Certo, certo, per un albergo è normale, io sono romagnolo e tutti i miei amici albergatori romagnoli mi avrebbero pagato così, e quelli che lei ha detto sono i classici orari”.

L'elegante riminese aggiunge: “ecco ottimo, fra romagnoli ci capiamo al volo e ci trattiamo da amici”.

Mi infilo in macchina e con il cellulare faccio l'operazione: 200 euro diviso 33 ore uguale sei euro all'ora, tenendo conto che questa estate guadagnavo otto euro all'ora, mi vengono i brividi.

Mi dirigo verso casa passando di fianco al palco quasi pronto per la diretta della Rai, ma la televisione di Stato racconterà un altro film e lavorerà per il bene di Bergamini, un modello di eleganza romagnola.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, anchio ho fatto 4 stagioni in riviera, io vengo dal meridione e lavoravo per 13 ore al giorno senza giorno libero e devo dire che non è facile, purtroppo non so ma li è un altra dimensione ovvero non capiscono che non siamo animali. Secondo me la colpa è in un certo modo dei rumeni perchè loro si è vero che lavorano ma si accontentano di poco e si fanno un c*** così.ti saluto ciao

Anonimo ha detto...

Probabilmente l'albergatore da lei contattato non necessitava di un cameriere con tutta la sua esperienza.
Inoltre sono sicuro che un cameriere come lei sarà considerato preziosissimo anche nella stessa Cesenatico per lei certamente più comoda.

Con affetto,
un collega.

Anonimo ha detto...

ne so qualcosa anchio , in 3 giorni ho fatto 44 ore di lavoro .. a 5 euro all'ora , ho dovuto lasciare tutto per otivi di salute .. ma chi non puo lasciare se no non mangia ???? Deve finire questa soria dello sfruttamento .. ma non servono blog .. ci vuole un vero e proprio sciopero ... lasciarli soli ... chi sa se non capiscono ...