“Bisogna coltivare il nostro giardino”

(Candide, Voltaire)

Questo blog nasce con l’intenzione di raccogliere testimonianze ed opinioni di tutti coloro che hanno potuto o dovuto toccare con mano la realtà del lavoro stagionale sulla costa romagnola. Lo scopo è quello di creare uno spazio in cui possano emergere le prime voci di denuncia ad un SISTEMA DI SFRUTTAMENTO, da considerare come un vero e proprio SCHIAVISMO ESTIVO che persiste indisturbato da decenni a questa parte.

Questa iniziativa è frutto della consapevolezza che i grandi cambiamenti, da sempre auspicati, possono prendere forma solo attraverso LA CONDIVISIONE delle stesse ingiustizie, L’UNIONE e LA SOLIDARIETA di fronte alla medesima condizione. Ancora più importante è la presa di coscienza, da parte di tutti, della situazione a dir poco critica che i lavoratori dipendenti del settore turismo si trovano a dover accettare, convinti del fatto che le retribuzioni siano dopotutto vantaggiose e dunque il gioco valga la candela. Proprio per sfatare questa concezione diffusa, il blog si propone di INFORMARE tutti i lavoratori appartenenti a qualsiasi categoria del settore sui loro REALI DIRITTI, affinché non venga più tollerato il modo in cui i potentati del turismo si arricchiscono, ignorando la dignità degli instancabili lavoratori i quali, per forza di cose, concepiscono il rispetto del contratto come un miraggio e si trovano a dover subire vessazioni quotidiane e ricatti.

Pertanto il blog vuole sensibilizzare oltre che gli addetti ai lavori, coloro che vivono la situazione dall’esterno e che con remissività si limitano a ritenerla qualcosa di assodato ed immutabile. Tutti sanno che laddove sono state intraprese delle battaglie con decisione, come nel caso dei bagnini di salvataggio, i risultati sono stati ampiamente soddisfacenti.

Invitiamo dunque tutti i naviganti ad usufruire del materiale informativo a disposizione ed a rilasciare il loro contributo descrivendo le esperienze vissute, esprimendo punti di vista ed elaborando proposte, proprio come tante piccole gocce che faranno traboccare il vaso.

sabato 19 maggio 2012

STORIE DI LAVORO STAGIONALE

CERCASI RECEPTIONIST
Occhio alle promesse!
19/06/12
    Dall’Egitto, in cui mi trovavo a risiedere, inviai curricula in Italia, per eventuale stagione estiva come addetta alla reception, professione da me già svolta in diverse occasioni in passato.
    Il Direttore di una grande struttura sul Lago delle Nazioni (FE) mi rispose nell’arco di poche ore, chiedendomi di contattarlo al più presto perché interessato. Mi propose un buono stipendio e mi ripeté che sarei stata inquadrata come da contratto collettivo nazionale del lavoro. Io misi in chiaro che sarei rientrata in Italia solo se assunta per la stagione. Lui mi rispose che era esattamente quello che stava richiedendo lui e che i dieci giorni di prova da contratto sarebbero stati solo una formalità. Richiesi copia del contratto, ma ricevetti solo un contratto proforma, non compilato.
    Il Direttore mi ripeté che avrei dovuto fidarmi, poiché si trattava di un’azienda seria e conosciuta. Rifiutai una proposta di lavoro sul Mar Rosso, mi diedi parecchio da fare per mettere una persona nel mio appartamento fino all’autunno, per suddividere l’affitto e sistemare la mia gatta, sistemai altre decine di cose dove vivevo, cercai un volo velocemente e partii.
     Purtroppo, una volta rientrata, impegnata casa mia in Egitto fino all’autunno, acquistati il volo e relativi indumenti e scarpe richiestimi, il contratto che mi si propose non corrispondeva ai punti descritti per email. Rispetto allo stipendio previsto di “1.400 euro netti” si parlava di circa “1360 euro lordi”, e il livello di inquadramento era un “sesto”. Una cosa che nei miei 12 anni di esperienze nel turismo non mi era mai capitata, nemmeno al primo impiego. Quello che ci viene richiesto in reception è da terazo o mal che vada quarto livello, lo si può benissimo controllare sul CCNL (responsabilità cassa, conoscenza lingue, conoscenza software di gestione alberghiera, gestione manutentori e housekeeping, back office, front office...).
    Firmai comunque, perché avevo già lasciato tutto per questo posto. Dopo pochi giorni, chiesi al Direttore di potergli parlare un attimo e gli feci gentilmente presente le divergenze esistenti tra le sue comunicazioni via email e il contratto reale. Più che altro per capire, e senza alcuno spirito polemico, come gli spiegai in più occasioni. Purtroppo, da quel preciso momento l’atteggiamento del Direttore nei miei confronti cambiò. Feci il mio lavoro normalmente e credo a dovere, come testimoniano anche le numerose traduzioni effettuate sui computer dell’azienda. 
    Al decimo giorno di prova il Direttore mi disse, lasciandomi letteralmente di stucco, che non era ancora sicuro sul mio conto e che inoltre si sarebbe concesso altri due giorni in cui dovevo restare solo in attesa della sua sentenza. Quel giorno gli chiesi se potesse farmi sapere su cosa vertevano i suoi dubbi su di me.
    Il Direttore mi rispose con diverse affermazioni vaghe. Mi disse che: 1. Quello che è scritto è esattamente quello che cercava (una falsità evidente visto il CCNL); 2. Che il fatto che mi fossi presentata da lui il terzo giorno “con tutti quegli incartamenti” (il mio contratto e il CCNL) era a suo avviso “un atteggiamento quantomeno strano”; 3. che ero troppo fiscale e che avrei dovuto fidarmi delle sue parole; 4. che il fatto che non mi fidassi dell’azienda a priori non costituiva per me certo un buon inizio.
    Quanto ai motivi ufficiali per mettermi a casa in “sospensione”, il Direttore disse che non c’entravano niente il mio lavoro o il mio operato (per questo avrebbe dovuto consultarsi con il Capo-Ricevimento, che era in riposo da due giorni), ma che si trattava di una sua “idea generale” sulla persona, che riguardava come mi muovevo e come camminavo. Aggiunse addirittura, dopo aver insistito perché iniziassi la stagione prima del previsto, che per lui era difficile valutarmi in qualità di addetta alla reception, visto che l’hotel era ancora chiuso. In effetti, ero stata assunta per un ruolo e ne stavo svolgendo un altro.
    Alla fine, dopo due giorni mi scrisse che non avevo superato i dieci giorni di prova perché “non adatta” a svolgere la mansione di receptionist come se l’aspetta lui (a struttura ancora chiusa).
    Ora, vorrei solo far notare il danno procuratomi con tanta nonchalance da questa persona, che mi ha chiamata con insistenza dall’estero per poi lasciarmi a casa senza motivi validi. Quando per email gli dissi che avevo tutte le intenzioni di rivolgermi a sindacati e Ispettorato del Lavoro, il Direttore mi fece una lunga telefonata per rabbonirmi.
    Al telefono mi disse anche quanto segue, smentendo la sua versione precedente del perché io non fossi idonea a lavorare presso di loro: “Non sei all’altezza del curriculum che ho letto (Ndr. tutto reale e verificabile); “Le colleghe riportano mancanze tecniche” (Ndr. non era ancora partito un serio affiancamento ed era la sottoscritta ad andare sempre a chiedere cosa ci fosse da svolgere, perché non iniziassero a insegnarmi a usare il sistema gestionale e a prendere appunti sulle caratteristiche dell’hotel e su ciò che dovessi dire al telefono); “Perché hai fatto domanda come addetta alla reception se non sei all’altezza? Avevo letto di questa persona che parlava tedesco…” (Ndr. mai messo alla prova il mio tedesco, che è eccellente e lo posso dimostrare in qualunque momento); “Ti è sempre stato risposto in maniera esauriente a ogni tua domanda, ti abbiamo invitata” (Ndr. cosa che alla sottoscritta ha detto due volte, come se fossi un’ospite)…
    A due giorni dalla fine di tutto, con me a spasso in una Ferrara in cui nel 2012 non si trova lavoro nemmeno a far le pulizie o in campagna, ricevetti via raccomandata una comunicazione in cui lo stesso Direttore, mentre mi diceva che non ero adeguata, mi modificava l’inquadramento, a contratto concluso, da “sesto” a “terzo livello".
    Nel frattempo, questo carissimo Direttore mi ha fatto perdere l’intera stagione estiva 2012, in quanto le altre strutture sono tutte già al completo di personale e chi era in prova ha già passato anche quel periodo. A volte ringrazio solo Dio del fatto di non avere figli, ma certamente il Direttore di questa struttura non si è nemmeno chiesto se avessi qualcuno a carico. Vedete un po’ voi, io non ho più parole… 
Sonia


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